L’economia circolare
L’economia circolare prende spunto dai meccanismi di retroazione (feedback, capacità non lineari di rigenerazione) che contraddistinguono i sistemi viventi e assume che i sistemi economici debbano funzionare come organismi, in cui le sostanze nutrienti sono elaborate e utilizzate, per poi essere reimmesse nel ciclo sia biologico che tecnico. Da qui deriva il concetto ricorrente, nell’ambito dell’economia circolare, di “ciclo chiuso” o “rigenerativo”.
I maggiori obiettivi dell’economia circolare sono l’estensione della vita dei prodotti, la produzione di beni di lunga durata, le attività di ricondizionamento e la riduzione della produzione di rifiuti. Insiste inoltre sull’importanza di vendere servizi piuttosto che prodotti, in riferimento al concetto della “functional service economy“, che rientra nella nozione più ampia di “performance economy“
In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.
Questo modello circolare è l’ideale per uno sviluppo sostenibile definito come uno sviluppo in grado di assicurare «il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri»
La commissione europea per la decade 2020 – 2030 ha stilato vari obbiettivi tra cui:
- Aumentare il riciclo e trattamento dei rifiuti urbani al 70% entro il 2030
- Aumentare il riciclo dei rifiuti di imballaggio all’80% entro il 2030, con obiettivi specifici per i singoli materiali che aumenteranno gradualmente tra il 2020 e il 2030 al fine di raggiungere, entro la fine del 2025 il 90% per la carta e il cartone ed entro il 2030 il 60% per la plastica, l’80 % per il legno, il 90% di metalli ferrosi, alluminio e vetro
- Il divieto di conferire in discarica di rifiuti riciclabili entro il 2025
- Aumentare le misure volte a ridurre gli sprechi alimentari del 30% entro il 2025
- Proporre un sistema di allarme rapido per anticipare le difficoltà degli Stati membri nel raggiungere gli obiettivi
- Migliorare la tracciabilità dei rifiuti pericolosi
Spunti interessanti per incentivare l’economia circolare:
- Informare dell’impatto ambientale che la supply chain implica per il prodotto o servizio ultimo
- Le aziende potrebbero avviare attività di consumer engagement in modo da rendere consapevoli gli aquirenti nell’ottica di un consumo ecologico
- Potrebbe essere diminuita l’IVA sui prodotti realizzati con materiali riciclati
- Aumentare i finanziamenti europei per la ricerca di nuove materie ‘seconde’ ai fini di diminuire l’impatto ambientale
- Una più utile legislazione per il riuso e il riciclo di materiali in grado da renderne possibile tracciabilità e la trasparenza delle informazioni relative alla composizione
- Calcolare il PIL in maniera più appropriata tenendo conto dei rifiuti prodotti
La green fuel company abbraccia le tematiche riguardo l’economia circolare e lo sviluppo sostenibile consapevole della fragilità dell’ambiente e dell’impatto che hanno su di esso le attività e le decisioni umane. Per questo si adopera per una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti interessandosi a nuovi progetti che possano valorizzare nuovi biocombustibili come il biometano.
In Italia ci sono già esperienze virtuose legate allo sviluppo dei biocombustibili si vuole includere il biometano come prodotto della gestione dell’umido raccolto sul territorio in modo differenziato, per poi poterlo utilizzare dalla società di trasporti. Ma anche applicazioni in fase di sviluppo, come la prima iniziativa del settore agricolo: il biometano, prodotto dai liquami provenienti dall’allevamento zootecnico aziendale, potrà esser utilizzato per alimentare le macchine agricole e i mezzi di movimentazione dei prodotti.